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Via Dante a Milano

Il 25 marzo è il giorno in cui presumibilmente Dante inizia il suo viaggio narrato ne ” La divina commedia” e da quest’anno è anche il Dantedì,  dedicato cioè a Dante Alighieri. Questa primissima edizione,  si svolgerà virtualmente con letture della divina commedia da parte di attori e personaggi pubblici italiani, fatte attraverso dei video.

L’invito da parte del ministero per i beni e le attività culturali ed il turismo italiano è esteso alle scuole e ai cittadini che potranno anche a distanza, attraverso i social media, celebrare Dante Alighieri con letture o performance da postare usando gli hashtag: #Dantedì e #IoleggoDante.  Il 2021 sarà invece l’anno della commemorazione per il 700° anniversario della morte di Dante e si organizzeranno altri eventi.

Perché Dante è così tanto celebrato dagli italiani? In parole semplici perché è stato il primo a credere nella lingua italiana e ad usarla per scrivere un libro che oggi definiremmo “virale”.  

Dante vive in un periodo, il XIV secolo, dove il latino è considerata la lingua perfetta, quella dei dotti. Al contrario le nuove lingue derivanti dal latino sono considerate volgari e di poca importanza. Scrivendo “La divina commedia” nella sua lingua materna, usando il fiorentino del 1300, Dante afferma l’esatto opposto e la cosa sembra essere piaciuta a molti.  L’indice di gradimento lo misuriamo osservando l’ampia diffusione della sua opera e soprattutto considerando che con qualche trasformazione, il fiorentino usato da Dante è diventato la base dell’italiano attuale. Sembra incredibile ma la maggior parte delle parole che usiamo nella lingua italiana che parliamo quotidianamente, è già presente nella Divina Commedia. Per un bel 90% il linguaggio usato da Dante è quello che parliamo oggigiorno in Italia e sappiate che nella Divina commedia lui ci mette anche qualche parolaccia, oltre a termini di elevata caratura culturale. Dante ci dimostra come la nostra lingua sia meravigliosamente adattabile ad ogni situazione ed il suo messaggio è oggi ancora molto attuale.

A causa dei suoi ideali, Dante è stato esiliato dalla sua Firenze e nel peregrinare arriverà nel 1311 anche a Milano. Il suo soggiorno qui durerà pochi mesi, andrà poi altrove. Milano lo celebra in tanti modi, io citerò quelli che mi son più cari: Dante è ricordato nel nome di una delle vie centrali più animate della città, da una scultura sul tetto del Duomo, da un ritratto dentro uno splendido affresco del XV secolo situato nel catino absidale della chiesa di S. Simpliciano. Vi aspetto per poterli vedere insieme. A presto!

ritratto di Dante in una scultura del Duomo di Milano

 

Ritratto di Dante nell’affresco di S. Simpliciano

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